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Recensione dell’Oculare Celestron Ultima

L’oculare in prova è un Celestron Ultima. La serie Celestron Ultima era commercializzata nelle seguenti focali: 42-35-30-18-12.5-7.5 e appunto 5. Per tutte le focali il barilotto è da 31.8.

Avevo tanto bisogno di un oculare che mi desse più ingrandimenti sui pianeti (adesso siamo a quota 200X) e così, convinto dai pareri positivi che girano fra gli astrofili in merito, sono andato sicuro verso l’Ultima 5mm. Sarà veramente un oculare valido?

Non è il primo Ultima che mi capita tra le mani. Buttai un’occhiata fugace in passato in un esemplare da 7.5mm, e anche nel fratello minore da 5mm vale il discorso che l’oculare si presenta assolutamente ben fatto e di dimensioni molto contenute grazie alla ridotta focale. La forma è vagamente svasata e tutto intorno allo chassis nero c’è un sottile layer di gomma, che dovrebbe migliorare la presa con i guanti.
Anche il barilotto, naturalmente filettato per l’uso con filtri, è ben fatto con una scalanatura di sicurezza e con una scritta JAPAN incisa a chiari caratteri, a testimonianza della provenienza di tale oculare. Inoltre è completamente annerito, sia nel distanziatore, sia nei fianchi delle lenti. Un plauso a Celestron per la realizzazione.

A corredo viene dato un paraluce in gomma oggettivamente comodo, ma che io preferisco usare con altri oculari (tipo il 20 e il 25mm), visto che è amovibile.

Indice

  • 1 L’OTTICA
  • 2 LE PRESTAZIONI
  • 3 CONCLUSIONI

L’OTTICA

Gli altri super-plossl in commercio possono vantarsi di tutto, ma il vero e originale super-plossl rimane questo: di base ritroviamo un classico schema Plossl 2+2, fra le quali è frapposta una quinta lente che provvede ad aumentare il campo e l’estrazione. Anche i Meade 5000 Plossl sono così. Concettualmente è ciò che accade anche nei Vixen LV, ma la differenza è che questi usano un doppietto ED telenegativo -appunto al Lantanio- e hanno un’estrazione di ben 20mm per tutte le focali, mentre qui si soffre abbastanza…

L’estrazione è forse l’unico vero lato negativo di questo oculare. Non è certo un oculare comodo. Il produttore dichiara 4mm di estrazione e se si intende apprezzare appieno il campo apparente, ad esempio nell’osservazione Lunare, l’occhio deve assumere una posizione molto ravvicinata e alla lunga stanca.
Al contrario il campo apparente è molto più di un buco di serratura come i 40° di un OR, e siamo complessivamente vicini ad un Plossl, e cioè 49° misurati a fronte di 50° dichiarati. La lente dell’occhio misura 5mm appena.

Celestron non ha lesinato sui trattamenti anti-riflesso e così l’oculare è Fully-Multi-Coated. Vale a dire che tutte le superfici hanno più strati di materiale antiriflesso. All’atto pratico, osservando l’oculare controluce, il colore del trattamento è vagamente violaceo.

LE PRESTAZIONI

Non credo abbia senso parlare, almeno su di un 5mm, di prestazioni sul deep. Il 5mm è un oculare decisamente spinto, poco adatto a questo genere di osservazioni anche su un telescopio F/5.

Lo star-test sulla stella Sirio viene superato in totale scioltezza. Riflessi interni rilevati soltanto in tracce su Giove. La stessa ottima immagine visibile al centro, la ritroviamo ai bordi senza differenze di nota, con anelli di diffrazione evidenti e senza il minimo accenno di coma, astigmatismo o cromatismo. Solo osservando la Luna si nota una leggerissima distorsione ai bordi, trascurabile come il ghosting di Giove.

Naturalmente con i suoi 200X, il primo oggetto della nostra prova è il pianeta Saturno.
Il primo impatto con Saturno è di quelli che lasciano a bocca aperta: immagine stabilissima, nitida, ben ingrandita, e cosa più importante, ricca di informazioni.
Divisione di Cassini ben visibile lungo tutto il periplo degli anelli, e una sfumatura più scura sugli anelli in prossimità delle anse. Visibile naturalmente Titano, così come anche altri 3 satelliti minori intorno al pianeta.
Grazie al particolare tilt degli anelli al momento in cui scrivo, si intravede appena una porzione di disco nella parte inferiore del pianeta, un dettaglio non poco emozionante.
Visibile una banda equatoriale rossiccia e una zona polare caratterizzata da un colore più scuro.

Non può mancare nel test di un oculare planetario, il buon Giove 🙂
Osservato in una (rara) serata di buon seeing si riescono a identificare dettagli alla portata di un buon rifrattore acromatico. Le due zone polari sono ben visibili, così come sono nette le due bande equatoriali nord/sud ricche di WOS e piccole perturbazioni, dettagli che meriterebbero senza dubbio ingrandimenti ancor maggiori dei 200 offerti dal nostro oculare.
Visibile a tratti anche la debole EB, cioè la “vera” banda equatoriale di Giove. Il tutto, vale la pena sottolinearlo, apprezzabile in una tonalità cromatica molto calda, degna di oculari ben più costosi e facilmente apprezzabile anche nella fotografia afocale e quella in proiezione.

Sebbene non sia patito di osservazione Lunare, l’ho osservata con fase crescente al 4° giorno e confermo l’ottimo contrasto. Molto bello il Mare Crisium e il cratere Petavius con due rime ben visibili e craterini interni netti. Purtroppo il seeing in questa osservazione non era dalla mia parte, osservavo appena dopo il tramonto…

In sostanza il Celestron Ultima 5 se la gioca tutta con un buon oculare Ortoscopico (vedi Unitron 6mm), il quale ha una resa sì ineccepibile, ma anche un campo decisamente più piccolo. L’impressione che ho ricevuto è che l’oculare sia un pelo meno definito dell’Unitron nel mio corredo. Questo piccolo gap può trovar causa nelle 5 lenti dell’Ultima in luogo delle 4 dell’OR, motivo per cui nell’osservazione planetaria è sempre preferibile scegliere oculari di semplice costruzione ma ben fatti! Per fare un confronto serio dovrei munirmi di un OR di pari focale, ad esempio un Baader G.O. 5mm.

CONCLUSIONI

Quarantanove gradi di campo, sfruttabili praticamente uno ad uno, con colori sempre ben definiti e dettagli poco “impastati” nell’osservazione planetaria. Se l’OR in alcune osservazioni rimane ancora avanti, l’Ultima segue praticamente a ruota…
L’estrazione è modesta, ma è pur vero che stiamo parlando di un 5mm! Questo è solo un “piccolo” prezzo da pagare a fronte di ottime prestazioni complessive.
Celestron non produce più questa serie di oculari (peccato), in quanto è stata sostituita da una nuova denominata “X-Cel”, con lenti ED a 20mm di estrazione e da due serie di Plossl (Omni ed E-Lux). Il prezzo da nuovo si aggirava sui 160 euro ma spulciando nel mercato dell’usato si trova sicuramente a meno. Consigliato.

 

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