Il fascino dell’avventura e le foreste vergini (il 60% del paese è ancora, e forse per poco, ricoperto da giungla tropicale) danno luogo a un contrasto unico con i grattacieli che sfidano New York, le autostrade a molte corsie, un famoso gran premio di Formula Uno.
Istruzioni
Cosa fare. Visitare lo stato di Sabah, paradiso dei naturalisti.
Sempre nel Borneo, nello stato del Sarawak, fare almeno un safari fotografico lungo i fiumi ed entrare in canoa nelle profonde Grotte di Niah: pitture rupestri, animali selvatici e pochissimi turisti.
Raggiungere l’isola dei sogni: Tioman, nel Mar Cinese meridionale. Soffice sabbia bianca, palme, fiori coloratissimi, cascate, un giardino subacqueo di coralli. Farete fatica a credere che tutto è vero e naturale.
A Kuala Lumpur salire in cima alla Torre Menara, un po’ più bassina delle Petronas. Ma il panorama della città di notte è straordinario.
Alloggiare negli alberghi cinesi se volete risparmiare. Comunque la Malaysia non è un paese caro.
Cosa non fare. Fidarsi troppo dei tassisti. C’è chi fa il furbo.
Andare in aereo o in nave all’isola di Penang. Chi ha tempo civada in auto, percorrendo i 13 km del bellissimo ponte che unisce Penang alla terraferma.
Diffidare degli autobus e dei treni che attraversano il paese. Sono veloci, puntuali ed economici.
Perdersi i più tipici piatti locali: i ‘satays’, spiedini di carne conditi con salsa piccante di arachidi, e il pesce al curry fritto in salsa di tamarindo.
Ripartire dalla capitale senza aver trascorso 4 o 5 ore (e spesi un po’ di dollari) nel megacentro commerciale Suria, ai piedi delle Torri Petronas: quattro piani di negozi, dalla tecnologia più sofisticata all’antiquariato.